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La festa degli anziani 2010 e i fedales del 1992….

Scritto da carlo moretti

Anche oggi, la pro loco di Chiaramonti con la festa dell’anziano ha riscosso i giusti meriti lasciando tutti a bocca aperta per il menù vario e la bravura dei cuochi. Ma una cosa che ha scosso di più gli animi e come si usa dire dalle nostre parti “hat postu sa tudda”, è stato il gesto dei fedales del 1992 che ieri ha festeggiato la festa dei diciottenni. Una cosa unica nella nostra esperienza cittadina, una dedica agli anziani con un breve cortometraggio del Chiaramonti d’altri tempi confrontato con il paese dei nostri giorni, e una dedica in poesia per tutti scritta dal nostro Stefano Demelas:

DEDICA A SA FESTA ‘E SOS ANZIANOS

Sos’annos sun currende che una ‘ena
ch’abundat una limpia funtana.
Sa paghe santa sempre soberana,
seghet d’ogni aneddu ‘e sa cadena.

Bonu passare e vida serena,
pro su c’han dadu e chi nos dana.
Allegros tot’in edade anziana,
salude cat’in mare bi hat rena.

‘Oe umpare, piseddos, piseddas,
dedicamus a bois custu mutu,
ca istrinadu nos’azis valores.

Noisi semus binnidas frueddas
prontas a dare saboridu frutu,
isperas pro sos’annos benidores.

“Sod fedales de degheott’annos”
CLASSE 1992

CHIARAMONTI 16/10/2010

Istevene Demelas

Questo non perchè mia figlia Marta è della stessa classe, ma perchè i suoi coetanei a mio giudizio hanno dimostrato una maturità unica, che se Dio vuole spero li possa portare lontano. Alcuni gesti, semplici ma unici possono valere più di mille parole scritte.

Allego la foto che ieri pomeriggio ho scattato con piacere in casa ad alcuni fedales del 1992 venuti a trovare Marta a nome di tutti:

Bravi ragazzi mi rendete orgoglioso di avere una figlia del 1992!

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  1. Carlo Patatu dice,

    Caro Carletto, consenti anche a me e a Tonina di unirmi agli auguri dei fedales per Marta. I giovani sono imprevedibili. Proprio quando li tacciamo d’insensibilità, essi ci danno lezioni che, talvolta, c’inducono a riflettere. Tuttavia devo dire che, avendo lavorato a scuola per 45 anni, la cosa non mi stupisce. Semmai, occorrerebbe riflettere sui comportamenti e gli atteggiamenti di noi genitori. Non sempre adeguati alla bisogna, più spesso contraddittori ed egoisti. Si, egoisti. Perché tacitando i nostri figli con regali, vizi e lusinghe, c’illudiamo di avere tacitato anche la nostra coscienza. Che così può dormire tranquilla perché noi avremmo fatto tutto per il loro “bene”. Sovente non è così.
    In ogni caso, plaudo al segnale di novità col quale i fedales diciottenni hanno voluto guardare al mondo degli anziani. Di chi, cioè, è uscito dal mondo della produzione e non conta più nulla. Non ha più poteri. Vecchi e bambini sono la parte più delicata e indifesa della nostra società Ma i bambini hanno pur sempre la capacità di sorridere e di suscitare simpatia. Noi vecchi barbogi siamo egoisti e brontoloni. La capacità di sorridere l’abbiamo persa per strada. Auguri, Marta!

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