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Con un concerto-recital di Claudio Lolli, il Gruppo XXL apre le manifestazioni NOT(t)E D’AUTORE 2009.

Scritto da carlo moretti

Il Gruppo XXL organizza nell’ambito della manifestazione NOT(t)E D’AUTORE 2009, un concerto-recital del cantautore Claudio Lolli accompagnato dal Maestro Paolo Capodacqua. Il service audio sarà a cura dell’Associazione Culturale SARD ROCK CAFE’ di Chiaramonti.

L’evento si terrà presso la Sala Fontana di Chiaramonti Sabato 4 aprile alle ore 21:30 con ingresso a libera offerta con il quale il Gruppo XXL conta di coprire le spese.

Una buona iniziativa per smuovere il letargo e la monotonia invernale chiaramontese, quindi non mancate e partecipate numerosi!

Di seguito vi invito a leggere le brevi note biografiche e recensioni degli artisti protagonisti di questo evento:

Claudio Lolli

Claudio Lolli (Bologna, 28 marzo 1950) è un cantautore, poeta, scrittore e professore liceale italiano. Considerato dagli addetti ai lavori e dalla critica come uno dei maestri del cantautorato italiano. Riservato, complesso, innamorato spesso di atmosfere affliggenti, malinconiche e tristi ha inserito nella musica le motivazioni e le delusioni di un’epoca e di una generazione che si era illusa, forse con cognizione, di poter cambiare le sorti dell’umanità. Alterne vicende discografiche hanno contribuito a minarne la fama tra il grande pubblico e la conoscenza tra le nuove generazioni.

Biografia

Gli esordi

Le sue prime esperienze musicali avvengono all’”Osteria delle Dame” di Bologna nei primi anni Settanta. Notevoli sono le connotazioni originali sia per i testi che per la musica. I testi delle canzoni tratteggiano squarci di vita ordinaria. Si accompagna con la chitarra usando a volte una rudimentale tecnica finger picking. La sua è “una voce da regno dei più o da festival del sottosuolo… così piena di granchi di stracci di ragni e altre cose un po’ strane”‘ come è stata da lui stesso definita, forse in maniera eccessivamente dura, in “Autobiografia industriale” (un suo pezzo del 1977).

È Francesco Guccini conosciuto proprio nella Bologna delle osterie, che lo porta alla EMI Italiana, che gli fa firmare un contratto e che pubblica i suoi primi 4 LP, dal 1972 al 1976: il primo disco, Aspettando Godot, è arrangiato da Marcello Minerbi, leader dei Los Marcellos Ferial, che si rifà per le sonorità allo stesso Guccini, a Fabrizio De André e, in alcune canzoni (“Quello che mi resta” o “Quanto amore”) ai cantautori francesi. Pur con le ingenuità tipiche di ogni opera prima, emergono alcune tematiche caratteristiche dei dischi successivi di Lolli: l’impegno politico (“Borghesia” e “Quelli come noi”), il disagio esistenziale (“L’isola verde” o “Quanto amore”), la critica all’istituzione familiare (“Quando la morte avrà”, dedicata al padre), l’anticlericalismo (ancora “Quelli come noi”), il senso della vita (la title track). Il disco riesce nell’intento di far notare il giovane cantautore, ed alcune canzoni come “Michel” (dedicata ad un vecchio amico francese) o “Borghesia” vengono trasmesse spesso per radio, nel corso di trasmissioni come “Per Voi Giovani“, creata da Renzo Arbore e condotta da Carlo Massarini, diventando uno dei classici della canzone d’autore italiana.

Il disco successivo, “Un uomo in crisi. Canzoni di morte. Canzoni di vita” (1973) ricalca il precedente: i momenti politici sono costituiti da “Quello lì (compagno Gramsci)”, che racconta le vicende di Antonio Gramsci ancora studente a Torino, viste con gli occhi di un suo vicino di casa, “Morire di leva” descrive invece la piaga dei suicidi nelle caserme, “Hai mai visto una città” denuncia il disagio delle periferie. I momenti personali, invece, sono “La guerra è finita” che, descrivendo una festa di compleanno di un ragazzo, critica i condizionamenti familiari e i disagi psicologici che possono provocare, e “Un uomo in crisi”, tra le altre. Musicalmente l’album vede la partecipazione di Andrea Carpi, Piero Guccini (il fratello di Francesco) e Stefan Grossman alle chitarre.

Il disco successivo, “Canzoni di rabbia”, vede gli arrangiamenti di Ettore De Carolis, musicista colto e musicologo già noto negli anni ’60 come membro del gruppo psichedelico Chetro & Co e in seguito collaboratore di Guccini, degli Alunni del Sole e di Alan Sorrenti tra gli altri. De Carolis modifica gli arrangiamenti delle canzoni di Lolli, aggiungendo le percussioni di Giorgio Battistelli alle chitarre di Roberto Picchi e dello stesso Lolli; dal punto di vista compositivo le tematiche si ripetono, e se “Prima comunione” approfondisce la critica anticlericale e “Vent’anni” il disagio esistenziale, si approfondisce anche l’aspetto politico con “Al milite ignoto”, amara riflessione antimilitarista, e “Dalle capre”, una delle poche canzoni che descrivono la vita nelle carceri.

L’affermazione

L’anno successivo viene pubblicato il suo album di maggior successo, anche grazie alle radio libere che stanno nascendo in tutta Italia proprio in quel periodo, ed allo stretto legame con l’attualità che ha questo disco, che descrive l’attentato all’Italicus e la reazione della sinistra italiana: “Ho visto anche degli zingari felici”, disco che musicalmente nasce dalla collaborazione con il “Collettivo Autonomo Musicisti” di Bologna, composto da Adriano Pedini (ex batterista del gruppo beat psichedelico I tubi lungimiranti) alla batteria, Roberto Costa al basso, Roberto Soldati alle chitarre e Danilo Tomasetta al sax e al flauto.

Come riportato nelle note di copertina, scritte dallo stesso Lolli, il titolo del disco (e dell’omonima canzone) è la citazione di un vecchio film jugoslavo, e nell’ultima parte vi sono quattro strofe, di tre versi ciascuna, liberamente rielaborate dal testo di Peter Weiss “Cantata del fantoccio lusitano”.

Le alterne vicende discografiche

Nonostante il successo, che porta Lolli tra l’altro ad effettuare un lungo tour con gli stessi musicisti del disco, il cantautore decide di non rinnovare il contratto con la EMI e di passare all’Ultima Spiaggia, casa discografica alternativa fondata due anni prima da Nanni Ricordi: e nel settembre del 1977 esce il disco successivo, “Disoccupate le strade dai sogni”, anch’esso strettamente legato all’attualità, in particolar modo ai fatti di marzo a Bologna e alla morte di Francesco Lorusso. Il disco, forse perché musicalmente più difficile, forse perché non distribuito adeguatamente (i mezzi non erano certo quelli della Emi), non riscuote il successo del precedente; Lolli ipotizza la pubblicazione di un disco dal vivo, ma l’Ultima Spiaggia fallisce ed il progetto viene accantonato.

Il cantautore decide quindi di ritornare alla Emi, e nell’aprile 1980 viene pubblicato “Extranei”, disco che raccoglie canzoni non strettamente legate all’attualità, e che è particolarmente interessante per gli arrangiamenti, curati da Bruno Mariani e Danilo Tomasetta (tranne la canzone “Il ponte” arrangiata da Roberto Costa).

Per il disco successivo, “Antipatici antipodi” (pubblicato a marzo del 1983), la Emi fa le cose in grande: la copertina è disegnata da Andrea Pazienza, e con una canzone, “Notte americana”, Lolli partecipa alla trasmissione “Azzurro” sulla Rai, concorso di canzoni estive congegnato come una gara tra squadre di cantanti; oltre che per questo brano il disco è interessante per brani come “L’uomo a fumetti”, “Villeneuve”, dedicato al pilota che era morto da poco in quel periodo, “Formula uno”, su testo di Roberto Roversi e “Non voglio mettermi il pigiama”, con il testo scritto dallo scrittore Claudio Piersanti. Il 1984 è l’anno della tournée con Gian Piero Alloisio, documentata da un bootleg, in cui i due oltre che eseguire i loro brani più celebri si scambiano due canzoni, ed interpretano insieme “Come un dio americano” di Lolli.

Il cantautore bolognese nel frattempo si è laureato in lettere, ed inizia la sua attivita di professore di liceo: ma non abbandona la musica, e anzi scrive alcune belle canzoni per un album tematico sul cinema: “Keaton”, “La fine del cinema muto”, “Via col vento”, “Ballando con una sconosciuta”, progetto che viene poi accantonato. Le canzoni vedono, però, tutte la luce (anche se in tempi diversi): la prima, “Keaton”, viene pubblicata da Guccini nel 1987 in “Signora Bovary”, con alcune modifiche al testo che consentono a Guccini di cofirmarla (anni dopo la inciderà anche Lolli), l’ultima la inciderà sempre Guccini nel disco “Quello che non…” nel 1990, e le altre due in un disco, “Claudio Lolli”, che la Emi pubblica nel 1988, insieme ad altre canzoni come “Adriatico” e “Aspirine” caratterizzate da una maggiore leggerezza musicale; le note di questo disco sono opera di Stefano Benni. Il disco, però, passa inosservato, e molti anzi pensano che Lolli si sia ritirato dalle scene musicali.

Nel 1991 scrive il testo per la canzone Segreteria telefonica degli Stadio, contenuta nell’album Siamo tutti elefanti inventati (la musica è di Gaetano Curreri).

La seconda vita artistica

Negli anni Novanta album come “Nove pezzi facili”, “Intermittenze del cuore” e “Viaggio in Italia” lo riportano all’attenzione del grande pubblico. Dal 1993 ricomincia a fare spettacoli in giro per l’Italia col solo accompagnamento del maestro Paolo Capodacqua alla chitarra classico-elettrificata, in cui spazia nel suo vastissimo repertorio alternando i pezzi più celebri ad altri meno noti.

Il 2000 è l’anno di Dalla parte del torto, forse uno dei dischi più significativi di questo periodo della sua carriera; il titolo nasce da una frase di Bertolt Brecht citata nell’interno della copertina (“…dato che tutti gli altri posti erano già occupati, ci siamo seduti dalla parte del torto”), ed il disco contiene canzoni nuove (come “Nessun uomo è un uomo qualunque”, una delle più belle della sua produzione, la title track e “Il mondo è fatto a scale”, dal ritmo orecchiabile e dal testo ironico) ed alcuni pezzi storici riarrangiati. Tra quest’ultime sicuramente da citare “Borghesia”, proposta insieme ai Gang dei fratelli Severini, che, come sostiene Lolli ai concerti, viene anche completamente stravolta nel testo: infatti gli ultimi due versi “vecchia piccola borghesia, vecchia gente di casa mia / per piccina che tu sia il vento un giorno ti spazzerà via” vengono cambiati in “vecchia piccola borghesia, vecchia gente di casa mia / per piccina che tu sia il vento un giorno… forse… ti spazzerà via”.

Negli anni porta avanti anche la sua attività di scrittore, sia di prosa che di poesia, e di docente (attualmente insegna al liceo scientifico “Leonardo Da Vinci” di Casalecchio di Reno). Nel 1998 ha ricevuto il Premio Piero Ciampi alla carriera importante riconoscimento alla sua attività di cantautore.

Nel 2005 ha scritto una prefazione “Gli slittamenti del giovane Elle” al libro di Lauro Venturi “L’educazione sentimentale del manager”, Guerini 2005, intervenendo dal vivo, insieme a Paolo Capodacqua e all’attore Ugo Dighero, all’adattamento teatrale del romanzo andato in scena nell’autunno del 2006, all’interno del congresso sulle tematiche formative “L’orto delle competenze”.

Tra il 2002 ed il 2007 gira l’Italia proponendo, tra i vari suoi spettacoli, una rivisitazione del suo album “Ho visto anche degli Zingari Felici” assieme a “Il Parto delle Nuvole Pesanti (music band calabrese)”. Nel 2006 è uscito il suo nuovo disco completamente di inediti, “La scoperta dell’America”.

Nel 2008 Luca Carboni lo omaggia realizzando, insieme a Riccardo Sinigallia, una cover della seconda parte di Ho visto anche degli zingari felici nel suo album Musiche ribelli. La canzone ha un accompagnamento video che vede la partecipazione, oltre che degli autori, dello stesso Lolli.

Discografia

Aspettando Godot (1972 –EMI)

Un uomo in crisi .Canzoni di morte. Canzoni di vita.(1973 – EMI)

Canzoni di rabbia (1975 – EMI)

Ho visto anche degli zingazi felici.(1976 – EMI)

Disoccupate le strade dai sogni .(1977 – EMI)

Estranei . .(1980 – EMI)

Antipatici antipodi. .(1983 – EMI)

Claudio Lolli . .(1988 – EMI)

Nove pezzi facili . .(1992 – EMI)

Intermittenze del cuore. .(1997)

Viaggio in Italia . .(1998)

Dalla parte del torto. (2000)

La terra, la luna e l’abbondanza – live-.(2002)

La vita del mare. live. (29/10/2005)

La scoperta dell’America .(2006)

Paolo Capodacqua

Paolo Capodacqua (Avezzano, 1961) è un musicista italiano, autore di musiche e canzoni per il Teatro e traduttore e interprete di Georges Brassens.

Oltre ad una collaborazione intensa e stabile con Claudio Lolli, (con il quale gira l’Italia da quindici anni proponendo dal vivo il repertorio del cantautore bolognese), con la sua chitarra ha lavorato accanto a poeti, musicisti ed autori: Gianni D’Elia, Angelo Ferracuti, Ugo Riccarelli, David Riondino, Jarmila Ockajovà, Stefano Tassinari, Marco Moschini ed altri.

Dal 1992 scrive anche canzoni per bambini ed ha messo in musica alcune poesie e filastrocche di Gianni Rodari. Per questo suo specifico impegno ha suscitato l’interesse di recensori e critici, ma è stato anche oggetto di tesi di laurea universitarie, ricevendo riconoscimenti ufficiali, tra cui nel 1998 quello del Consiglio Comunale di Lesina e, nel settembre 2001, il sigillo della Città di Abano (PD).

Paolo Capodacqua ha pubblicato diversi dischi e svolge un’intensa attività concertistica. Ha musicato le poesie e le filastrocche di Gianni Rodari, raccogliendole nel CD La torta in cielo, spettacolo per bambini rappresentato da anni nelle scuole italiane e giunto alla sua cinquecentesima replica. Nel 1999 ha musicato il film di Charlie Chaplin Il Pellegrino trasformandolo nel recital filmico-musicale La Cantata delle bugie con le ali. Collabora, come autore delle musiche, con il programma della Radio Svizzera Lilliput.

Discografia [modifica]

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