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Sos corros de su chervu – Le corna del cervo

Scritto da carlo moretti

Tratto dal libro: “Contos chena tempus” di Pinuccio Canu.

Sos corros de su chervu

Tucheit unu chervu a s’abbadorzu

e in cuss’abba totu s’ispijeit:

banteit sa carena cun su corzu,

sos pes romasos pagu pertzieit.

“Sos corros apo a bantu e meraviza,

pomposos, bellos longos che moniles.

Mi mudant e mi deghent a sa chiza

ma tropu lanzos tenzo sos archiles”.

Ma, tot’in unu, intendet sos apeddos

de cos”e canes meda arrajulidos:

fiagant suta ‘e tupas e rueddos

ca sunt a mata bòida inganidos.

Su chervu si che fuit cun profetu

cun cuddos pes lizeris murrunzados

ma non che faghet mancu meda tretu

ca restat cun sos corros trobojados.

Sas prendas a ispantu che li ‘ojant

in mes”e naes brincos e fuera.

Sos canes chi sunt fatu a cue abbojant:

li jompent e lu faghent a bisera.

E tando narat: “Ite castigadu!

Sa vanidade ebbia m’est bochende!

E mi’ chi cussu pagu pertziadu

sos canes e sa sorte fit franghende!”

Su contu in suspu faghet ammentare

de cantos mirant solu a sa bellesa:

acudint de seguru a s’impudare

ca tzertu est aterue s’abbistesa!

Le corna del cervo

Un cervo andò ad abbeverarsi

e si specchiò ben bene in quell’acqua:

si complimentò per il corpo e la pelle

ma non gli piacquero le zampe troppo sottili.

“Ho delle corna meravigliose di cui menare vanto,

lunghe e sfarzose come monili.

Mi valorizzano e sono ben abbinate col viso

ma ho delle caviglie troppo gracili”.

Ma, all’improvviso, sente i latrati

di alcuni cani rabbiosi:

annusano sotto cespugli e rovi

perché boccheggiano per la fame.

Il cervo riesce a dileguarsi

con quelle zampe leggere tanto vituperate

ma non riesce ad allontanarsi molto

perché gli si impigliano le corna.

I tanto decantati gioielli bloccano

salti e possibilità di fuga fra le fronde.

I cani, che ormai lo hanno raggiunto,

gli saltano addosso e lo fanno a brandelli.

E allora dice: “Che sciocco sono stato!

Muoio per colpa della mia vanità!

Pensare che con ciò che avevo tanto disprezzato

stavo per sfuggire ai cani e al destino avverso!”

La favola ci riporta alla mente

quanti esaltano esageratamente la propria bellezza:

avranno modo di pentirsene

perché i veri valori sono altri.

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  1. Antonio Maria Murgia dice,

    Ho esaminato il racconto del cervo un bel racconto che rallegra la ragione, ma alla fine la posta è ridicola al pensare che esistano cani che divorino il cervo dalle possenti corna da infilzare decine di cani rabbiosi.
    La favola è bella ma di scarso effetto.
    Può darsi che sia la mia mente conservatrice che mi inganni.
    Comunque il racconto l’o votato ancora prima di essere scritto per intero.
    Saluto e ringrazio la trama ben scritta.
    Antonio Maria Murgia

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